LORENZO BRINI | ELEMENTARE: WHAT’S ON | 28 giugno – 30 luglio 2013
ELEMENTARE: WHAT’S ON è la mostra personale di LORENZO BRINI (Pisa,1985) a cura di Gaia Pasi che inaugura venerdì 28 giugno dalle ore 21:30 ad Untubo, vicolo del Luparello 2, Siena e che sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle ore 13:00 alle 01:00 fino al 30 luglio 2013.
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Il titolo della mostra (un gioco di parole sulla storica battuta di Sherlock Holmes al suo assistente Watson), descrive molto bene il segno e i gesti con i quali Brini compone i suoi lavori: Segni elementari appunto, monolinee che descrivono l’attualità, fatti di vita contemporanea, dalle barbe sfoggiate dai giovani, agli accadimenti di cronaca, dai pensieri non detti che si leggono sulle facce delle persone, ai vizi della società: moda, droghe, lifting, slot machine…
Brini non scende a compromessi, i suoi disegni non sono mediati da niente rappresentano semplicemente ciò che lo colpisce durante la giornata e all’artista non interessano risvolti concettuali bensì di descrivere ciò che è per com’è. Per questo motivo i lavori di Brini possono definirsi “brut” istintivi, schizzi di realtà dove ogni in ogni personaggio può esserci un qualcosa che ci rappresenta, che in qualche modo ci appartiene, nel quale ci riconosciamo.
Le sue opere sono chiaramente influenzate dal suo stile di vita e dall’ambiente che lo circonda spesso fra i colori pone parole e frasi apparentemente scorrelate (in realtà inerenti al suo stile di vita e a quello delle persone che frequenta). Il suo stile è nervoso, feroce, energico, brini non risparmia niente a nessuno e non si risparmia applicandosi in una produzione senza sosta.
Lorenzo Brini sostiene che “fare un quadro è una lotta intima e magnifica; mischiando i linguaggi e le sedimentazioni che entrano dentro di noi trasformandoci (e trasformandosi a loro volta mediate in noi dalle nostre singole esperienze), tento l’approdo ad una risoluzione che si materializza attraverso tentativi, intenzioni, prove, errori. L’arte è una magia un emisfero di possibilità infinite, inarginabili, un caleidoscopio dove l’artista si muove come un cacciatore: non sa che cosa colpisce, ma è nella realtà che trova il materiale per la sua caccia o ricerca”.