A partire dai primi anni 2000 in Italia si è sviluppato un grandioso movimento di musicisti capace di dar vita ad un percorso di rivoluzionaria innovazione nel linguaggio del jazz, scaturito in parte dalla critica relativa a come questa musica venisse commercializzata. Ciò ha portato alla costituzione di alcune tra le realtà indipendenti più significative degli ultimi anni, di cui collettivi come El Gallo Rojo e Improvvisatore Involontario risultano essere gli esempi più rappresentativi. Il batterista siciliano Francesco Cusa, co-fondatore di Improvvisatore Involontario, ha contribuito attivamente a tale impulso producendo e registrando un gran numero di lavori con altrettante formazioni e musicisti. The Assassins è l’evoluzione di uno di essi, ovvero Skrunch, di cui ne eredita l’approccio compositivo, nella formula del quartetto, e apre a specifiche influenze e sonorità più vicine al funk, ma anche al contrappunto e alla scrittura di matrice cromatica. Con lui in questa occasione vi sono l’amico e conterraneo ma bolognese d’adozione, il chitarrista Domenico Caliri, così come due giovani e talentuosi musicisti toscani, rispettivamente il contrabbassista fiorentino Ferdinando Romano e il sassofonista senese Giovanni Benvenuti, che mantenendo la consueta irriverenza e sarcastica leggerezza, lavorano sull’esplorazione dei materiali tematici e schemi poliritmici atti a evidenziare le cellule melodiche, i riff e le modulazioni cromatiche e timbriche. Un rapporto tra scrittura e improvvisazione dunque dialettico, dove i vari elementi vanno a combinarsi in un continuo gioco di tensione e rilassamento, con uno sguardo alla tradizione e l’altro alla contemporaneità.