Nelle molteplici forme espressive che caratterizzano questa musica, il progetto capitanato dalla clarinettista bolognese Giulia Barba risulta essere uno straordinario esempio di dialogo tra voci, costituito da un ensemble atipico che si articola con grande eleganza tra la musica contemporanea e il jazz. La realizzazione di “Sonoro”, album omonimo concepito inizialmente nel 2015 ma uscito solo lo scorso gennaio ‘22, ha richiesto una lunga gestazione creativa legata anche alla meticolosa scelta degli elementi che vi prendono parte: Daniele D’Alessandro al clarinetto, Andrea Rellini al violoncello e naturalmente Marta Raviglia, la cui estrema versatilità vocale permette di assumere ruoli diversi a seconda delle circostanze, divenendo ora veicolo del testo, ora di puro suono. La scelta della formazione è motivata dalla ricerca timbrica, obiettivo principale della Barba, in grado di offrire innumerevoli combinazioni di registro, modificare i ruoli degli strumenti a piacimento, approfondendo maggiormente questa indagine a discapito del virtuosismo improvvisativo tanto caro al mondo jazzistico. Dopo il cinema muto viene il “Sonoro”, così le 6 composizioni che compongono l’opera, tra cui due brani con testo di W.B. Yeats (“The Everlasting Voices” e “To an isle in the water”), e 8 quadri di improvvisazione totalmente libera, con suono sospeso ci accompagnano in luoghi difficili da dire e da raggiungere.