TOMORROW – 2 MORE ROWS OF TOMORROWS / Camilla Battaglia
UN TUBO JAZZ NIGHTS / VENERDI’ 09 DICEMBRE
Camilla Battaglia 5tet / Tomorrow – 2 more rows of tomorrows
Camilla Battaglia – voce, kaosspad, percussioni e piano
David Binney – alto sax
Andrea Lombardini – basso elettrico
Bernardo Guerra – batteria
Camilla Battaglia presenta al Tubo il suo nuovo, importante lavoro discografico come cantante e compositrice prodotto da Gabriele Rampino per l’etichetta Dodicilune.
Il progetto “Tomorrow” –nove brani inediti interamente composti dalla Battaglia e la cover di “The Blower’s Daughter” del cantautore irlandese Damien Rice- è caratterizzato da una scelta sonora che risponde contemporaneamente alla volontà di suonare “l’attuale” – lasciandosi influenzare dalle diverse contaminazioni che hanno investito il linguaggio jazz- e di non snaturare la matrice geografica di appartenenza che riporta direttamente ai suoni della corrente europea. Alcune delle composizioni sono nate come brani strumentali sui quali sono in seguito stati “disegnati” i testi per raccontare il percorso tracciato dalla musica. Altri brani, invece, sono nati come“songs” ovvero con l’intenzione primaria di raccontare una storia che solo dopo viene musicata. «La dimensione testuale è scaturita da un lavoro di ricerca e di sperimentazione delle diverse possibili forme con cui apporre testi alla musica», precisa la cantante. «Ho cominciato dalla forma poesia-immagine, influenzata da Norma Winstone, per passare attraverso l’autobiografico macroscopico tipico dei songwriter ma anche attraverso il messaggio parlato (come lo spoken talking dell’hip hop) coniugato all’ispirazione poetica di diversi autori come Galway Kinnell che viene citato in un’intera sezione della traccia “My Tree”. L’esperienza dell’interplay che si crea attraverso la scelta di assi dialogiche tra gli strumenti è stata un’altra primaria ispirazione», prosegue. La formazione è essenzialmente un trio (voce, basso, batteria) ma è ampliata da sax e dall’utilizzo dei suoni dell’elettronica.
«Quando feci ascoltare i primi provini del progetto al musicista statunitense David Binney mi disse: “Vorrei immaginare questo album come un film in cui si possono fare cose che nonpossono essere reali”. Per questo nel disco ho deciso di alternare momenti di musica acustica e arrangiata tradizionalmente, pensata ovvero come musica da quintetto o sestetto senza strumento armonico, a momenti in cui abbiamo lavorato con overdubs in post-produzione escelto suoni non esistenti in natura», precisa. Il suono della chitarra crea un unico impasto sonoro con il basso, pensato come orchestrazione perfetta nelle tracce più influenzate da un comune background rock e di songwriting. «La mia sensazione è stata che in questo modo la musica si potesse diramare in diverse direzioni e coprire un range sonoro che risponde sempre di più al nostro tempo», conclude.
[prima consumazione al tavolo 10 euro/studenti 5 euro]